Benvenuto sul sito di Quarup Editrice
Una idea di letteratura
“Melting Point”

di Alessio Brandolini

Melting Point è l’esordio dello scrittore e musicista inglese Baret Magarian (Londra, 1968), da tempo trapiantato a Firenze. Sono 10 racconti che sorprendono (un po’ meno gli ultimi due) per la bravura della narrazione (veloce e precisa) e l’acutezza dello sguardo che perfora muri, apparenze e con leggerezza sa oltrepassare la barriera del tempo, del razionale. Per l’esplorazione di mondi e luoghi, di personaggi così diversi l’uno dall’altro che si incontrano (o scontrano) in questo crogiolo che è la nostra vita e nel quale talvolta si può scorgere il momento esatto, il punto di fusione suggerito dal titolo in inglese, lingua nella quale sono stati scritti i racconti per poi essere tradotti per lo più da Andrea Sirotti ed Elena Mancini. La tela del dolore è la prima tappa di questo viaggio nella letteratura di Magarian, una storia misteriosa con al centro un “pacco pazzo” che contiene un manoscritto. Il terzo racconto s’intitola Isola ed è un piccolo gioiello (un romanzo in embrione) che contiene all’interno un’altra storia generata da uno slittamento temporale: tra ironia e follia, geniale e un po’ slegato ma “siamo tutti ad avere qualcosa di scassato in testa”. Anche il successivo, Cancellare le onde, sorprende perché è l’opposto del canone del “realismo magico”: qui è la magia a farsi realtà quotidiana e “la complicata ragnatela di cicatrici allo stomaco” del protagonista è il segno che il proprio fallimento è stato così totale da venirne poi fuori rafforzato, tanto da imboccare un nuovo cammino. Il sesto racconto Salvatore è ambientato a Firenze e sviluppa la vena tragicomica dell’autore. Il successivo Gli occhi oppiati del Buddha, ambientato in Sri Lanka, è forse il più elaborato e ambizioso e prova a dar forma a un mondo disordinato, dove un luogo incantato può trasformarsi in inferno e una tragica avventura nella comprensione della propria esistenza, nel punto di fusione dei propri contrastanti sentimenti. Alba, ambientato in Calabria, è nella linea di Salvatore, ma di un realismo più tragico. Chiudono il libro Meltdown e Le vesti d’acqua.
L’umorismo sottile e la freschezza (lo scatto rapido) della scrittura di Baret Magarian si fondono alla sua capacità di descrivere la complessità del nostro mondo, dei sentimenti umani. Molti i riferimenti (ma inseriti con destrezza e discrezione) musicali, cinematografici e letterari.
Bella la nota finale dello scrittore inglese Jonathan Coe che per primo, vent’anni fa, dopo aver letto alcuni inediti di Baret Magarian, fiutò il talento e l’originalità della sua scrittura.

TUTTE LE RECENSIONI