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Una idea di letteratura

Liberami dal nulla

13.00

Questo libro è un frammento d’America. Ogni racconto è la tessera di un enorme mosaico inatteso, in cui è descritta un’umanità dura, divisa, condannata a una quotidianità irrimediabilmente lontana dal sogno.

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Categoria: Product ID: 1593

Descrizione

Questo libro è un frammento d’America. Ogni racconto è la tessera di un enorme mosaico inatteso, in cui è descritta un’umanità dura, divisa, condannata a una quotidianità irrimediabilmente lontana dal sogno.

Tennessee Jones narra di assassini “per caso” che sfrecciano nel vuoto del Nebraska; di coppie al capolinea, ubriache delle luci e dei rumori dei casinò affollati, sul boulevard di Atlantic City; di poliziotti divisi tra senso del dovere e affetto per un fratello dannato; di sentimenti religiosi, bigotti e primitivi, rivolti come un talismano contro l’ansia per l’ignoto e la paura della morte. Liberami dal nulla racconta un’America reale e mai compresa fino in fondo, definitivamente lontana dall’oleografia: l’Autore, con questo libro al suo esordio, riesce a tradurla in una prosa di grande equilibrio, che rievoca, in un segreto patto d’armi tra la rabbia e la compassione, le sensazioni crude e ruvide delle ballate di Bruce Springsteen.

Tennessee Jones
TENNESSEE JONES è nata* una ventina di anni fa nella regione montana degli Appalachi, e ha vissuto da sempre all’insegna della ribellione contro la prepotenza, maschile, politica, sociale e culturale. Si è trasferito* molto giovane a New York, imponendosi ben presto come simbolo di questa rivolta e protagonista della scena underground musicale e letteraria. I suoi primi racconti sono apparsi sulle più note riviste alternative americane («LIT Magazine», «Lodestar Quarterly»…). Il suo libro d’esordio, “Liberami dal nulla” è stato pubblicato da Soft Skull nel 2005.

Informazioni aggiuntive

Autore

Collana

ISBN

88-95166-01-9

Traduzione

Matteo Colombo

Pagine

176

Formato

12×19,5 – Brossura filo refe con alette

10 recensioni per Liberami dal nulla

  1. Marco Ragni

    Storie d’America in salsa Springsteen
    di Marco Ragni

    Recensione pubblicata su piazzaminerva.it il 3 settembre 2007.

    Mi sono spesso trovato a riflettere sui meccanismi casuali che ci fanno incontrare persone e libri. Non mi è mai capitato di imbattermi in qualcosa di veramente importante, in campo umano o letterario, con l’idea precisa di farlo. Di solito sono inciampato semplicemente.
    Anche stavolta la mia conoscenza con l’agile volumetto di racconti scritto da Tennessee Jones – Chi? Appunto… – è stato frutto del caso.
    Il libro era appoggiato sulla lavatrice, nell’appartamento di amici, in quella che è di fatto la mia seconda casa. Mi ha colpito, come spesso accade, la forza del titolo: “Liberami dal Nulla”. Bello! Un’invocazione mica da poco.
    Ci ho messo una manciata di secondi a capire chi era il proprietario perché questo è un libro “bacciardiano” a tutti gli effetti… qualunque cosa significhi l’aggettivo in questione.
    ad ogni modo la raccolta di racconti ha già in fase di genesi un fascino tutto suo: chi l’ha scritto, talento esordiente che si cela dietro uno pseudonimo, ha scelto di tessere un tributo letterario a Nebraska, album di Bruce Springsteen targato 1982.
    Ogni storia prende il titolo da uno dei brani e ad esso si allaccia dilatando ovviamente l’orizzonte narrativo e lasciandosi andare a licenze creative che tuttavia non ne snaturano l’intenzione.
    Ogni pagina parla dell’America dei poveri, quella che si incontra una volta superati i grattacieli e le metropoli di cristallo. Ci sono un sacco di storie sepolte negli svariati chilometri di nulla, negli spiccioli paesi di provincia, tra una fonderia e una rivendita di auto usate.
    Le figure che si muovono laggiù sono un po’ diverse dai protagonisti patinati di Hollywood e c’è ben poco del sogno americano nei loro giorni appiccicaticci e ruvidi.
    La bravura di Tennessee Jones sta proprio nel raccontare queste storie di perdenti con una prosa limpida ed elegante. Non c’è la foga incalzante di Henry Miller né la cinica ironia di Bukowski, ci sono invece parole che sfrecciano via senza intoppi su strade polverose permettendosi ogni tanto di alzare nuvole che nascondono appena una discreta poesia.
    Suppongo non sia un libro per tutti perché si distacca parecchio dalle tipologie narrative che oggi vanno per la maggiore.
    Io credo di averlo affrontato prendendolo, quasi casualmente, per il verso giusto ed ho potuto apprezzarne il valore.
    Dato lo spessore della scoperta posso dire di ritenermi fortunato.

  2. Rai Radio2 Dispenser

  3. Corrado Ori Tanzi

    Tennessee Jones:Liberami dal nulla
    di Corrado Ori Tanzi

    Chi scrive si nutre di pane e Bruce Springsteen da quasi trent’anni. E, nel suo personale taccuino, Nebraska è l’album più amato tra quelli registrati dal musicista del New Jersey. La lettura di Liberami dal nulla di Tennessee Jones, nata con un misto di curiosità e scetticismo, si è chiusa con un piacere secondo a pochi. Dieci racconti quante sono le canzoni del disco, scanditi dal medesimo titolo. L’imprinting dato da Springsteen, con l’album più gelido della sua carriera, così alimentato da solitudini infinite, follie senza ritorno, affetti drogati e spaccamento del minimo collante sociale, è la benzina che dà fuoco a questi racconti dove il sogno americano si declina in incubo e la no second chance trova ragione spesso nell’assenza di una prima opportunità. Storie che la giovanissima autrice governa con una scrittura esemplare e sorprendente per maturità stilistica. Che si farebbe riconoscere da Steinbeck ed Hemingway, tanto per offrire una breve pulsione della sua grandezza. Scordiamoci pietà e redenzione umana. Il catalogo di questa America è monocromatico: grigio. Ha il suono del fiato di chi fugge. Nero è il colore, zero il numero, prendendo a prestito il Bob Dylan e la sua A Hard Rain’s A-Gonna Fall. Tennessee Jones parte da quelle canzoni e vi resta creando un’opera che cammina da sola. Diversa, autonoma, se non quando addirittura nuova. Certo, il destino del protagonista di Nebraska che, con la giovane fidanzata a fianco, si sposta qua e là per lo Stato uccidendo chiunque si mette sul suo cammino, così come la parabola nera dell’uomo che chiameranno Johnny 99, per il numero di anni che dovrà scontare in galera, rimandano al sangue della fonte musicale. Ma Caleb Wilson, Kyle William, Wanda, Tommy, Christine, vale a dire alcuni dei personaggi delle altre storie, cercano di mettere insieme un’esistenza tutta loro, in cui il canovaccio lirico di Springsteen sembra fermarsi proprio dove il racconto comincia. Poche balle: siamo ai piani alti. Se avete il gusto della scoperta di un mondo parallelo, magari quando la città è ancora nelle braccia del sonno e voi girate per le stanze di casa come cavallette, non permettetevi di perdere questo libro. E tenete d’occhio questa scrittrice.

  4. Elisabetta Beneforti

    Tennessee Jones: Liberami dal nulla
    di Elisabetta Beneforti

    L’esordiente Tennessee Jones è nata nella regione degli Appalachi per poi muoversi a Brooklyn ed è stato subito protagonista della scena underground,in cui la ribellione a qualsiasi schema è parola d’ordine per ogni espressione artistica. Tennessee Jones è transgender, attivamente impegnato in manifestazioni e battaglie politiche e di scelta sessuale (nel 2005 ha partecipato alla Cross Caravan Tour, una tournée di giovani artisti transgender attraverso gli States). Sempre lo scorso anno è uscito con la sua prima raccolta di short stories, Deliver me from nowhere, adesso in traduzione italiana per la pescarese Quarup editrice nella collana ‘badlands’. Quello che colpisce subito è il progetto, senz’altro coraggioso, che ha avuto l’autore: riscrivere per ogni racconto la storia contenuta nei pezzi dell’album Nebraska di Bruce Springsteen, escludendosi così la possibilità di esplorare il suo personale immaginario di scrittore. Un’operazione certo non facile (pericoloso cadere nel banale o nell’iconografico tribute), ma quanto ci consegna Tennessee Jones è un esordio in grande stile con una scrittura lineare e forte nel solco dei grandi narratori americani alla Faulkner, alla Sherwood Anderson.

    In Liberami dal nulla Tennessee Jones trascrive una commedia umana dove la rabbia e la compassione stanno dietro ogni personaggio, dietro ogni gesto e ogni ordinaria circostanza. Viaggiamo anche noi attraverso gli States rurali e delle fabbriche, assolutamente lontani dai grattacieli lungo la skyline come dalle cittadine patinate dei channels più vulgati. Incontriamo le scommesse quotidiane e le sconfitte autentiche di uomini e donne che hanno sotterrato i loro sogni – nessun sentimento qui è frutto di sapienti nevrosi urbane. Fuori da qualsiasi romanticismo tutti i protagonisti vivono accettando quanto arriva giorno dopo giorno, anche correndo follemente verso un destino distruttivo. Con Tennessee Jones ripercorriamo le vicende di un’umanità disincantata e violenta suo malgrado, rivisitiamo le molteplici storie che si nascondono sotto cieli immensi …”Sono andato dove pensavo non esistessero storie, e invece quelle continuavano a saltar fuori a tradimento. Non nelle persone, ma magari nelle parole o in un odore, in una canzone che sentivo alla radio.”

    Immancabile il tema del viaggio come fuga dai poliziotti (che prima o poi ti arrestano, che tengono il distintivo come un jolly nel portafoglio, che come gli inseguititi sono presi da sensi di colpa), immancabili la disoccupazione e i lavoretti notturni part time, immancabili le rapine e le case-roulotte. Tennessee Jones ci fa sentire la birra e il fumo mescolati al sudore e al sangue e Liberami dal nulla risulta un insieme di istantanee di solitudini senza soluzioni. Tutto questo ci arriva con una scrittura fotografica, in grado di raccontare in presa diretta le cose per quello che sono, prive di sinonimi o giri di parole o acrobazie di stile. Lo stesso sguardo lucido dei suoi personaggi, dei personaggi di Springsteen. Uno sguardo lucido che ha già risolto tutti i drammi e ora ne conserva solo una ruvida memoria, la sua disincantata approssimazione…” Guidare è come far visita ai fantasmi. La strada su cui viaggi racconta qualcosa di tutto ciò che c’è passato, ma una storia vera e propria non esiste… La cosa migliore che la strada può fare è piazzarti davanti al naso un grande specchio nero e farti vedere quello che puoi trovarci. Su una strada ci puoi guidare e puoi inventarti storie, ma non potrai mai far finta di sapere davvero cosa è successo.”
    Una nota finale a proposito della Quarup, questa casa editrice che proprio con Tennessee Jones esordisce in libreria. Il progetto, spiegano i redattori, è ‘alchemico, una piccola casa editrice indipendente per dare un canale editoriale a chi trasmette attraverso gli strumenti della sapienza narrativa la propria essenza vivente’. L’altro titolo della collana ‘badlands’ è Addio, bellavista di Sam Brumbaugh, ex musicista alla prima prova narrativa e residente a New York. Come Liberami dal nulla, anche questo lavoro promette di essere un romanzo che ‘ci costringe a percepire la luminosa-inebriante imprecisione delle nostre esistenze’

  5. Redazione

    BooksHighway n.67
    di Redazione

    Dichiaratamente ispirato a Nebraska, di cui recupera persino l’immagine di copertina (con un parabrezza spruzzato di pioggia, piuttosto che invaso dalla neve, ed è già una prima sensibile differenza) l’esordio narrativo di Tennessee Jones è un coraggioso e sensibile punto di partenza. Premesso che l’ispirazione a Springsteen (nonostante il titolo della collana, Badlands) è molto relativa, nel senso che Tennessee Jones si lascia trasportare più dalle emozioni e dalle suggestioni delle canzoni di Nebraska che dal loro effettivo background culturale ed estetico (per esempio, Atlantic City sembra più legata al famoso videoclip che ai fatti reali a cui si ispirava la canzone), i dieci racconti di Liberami dal nulla riportano all’essenzialità blue collar delle short stories di Raymond Carver. Nessun paragone, per carità, ma è sufficiente notare come certi temi restino costantemente in circolo: Bruce Springsteen (e Tom Waits) ispiravano Raymond Carver, quest’ultimo ritorna nelle brevi frasi di Tennessee Jones e nel suo mondo senza speranza che si dice è permeato da Nebraska. Non è soltanto un’altra America quella che spurga dalle pagine di Liberami dal nulla, ma anche un’altra vita: disperata, raminga, ambigua, spietata e livida. Una vita da cui, come diceva Springsteen in coda a Jungleland, i poeti si tengono alla larga e allora onore a Tennessee Jones che ha avuto il coraggio di affondarci le mani e i piedi.
    Leggi la recensione nella sua pagina web

  6. Franco Senia

    Nessundove
    di Franco Senia, 25 gennaio 2007

    “Liberami dal nulla”. E forse l’unico appunto che gli si può muovere è questo titolo italiano che non riesce a tradurre l’intraducibile. “Deliver me from nowhere”. Portami via da nessundove, potrebbe suonare. Chissà. Ad ogni modo, i dieci pezzi per niente facili del libro, dichiaratamente ispirati – a partire dai titoli – a “Nebraska” di Springsteen, riescono in quel che Tennessee Jones si era prefissato: contraddire quanto affermava lo stesso “boss” in coda a “Jungleland”, che i poeti si tengono alla larga da un certo tipo di vita! Il parabrezza sulla copertina del libro, diversamente da quello sulla copertina del disco, appare inondato di pioggia. A rendere ancora più cupa, togliendo quel poco chiarore, la realtà di quelle dieci canzoni. E la realtà è ancora più cruda, più scarna, anche perché la speranza, negli anni che separano il libro dal disco, non è certo aumentata. Anzi. E, diversamente da Springsteen, Tennesse Jones è nato e cresciuto nella regione degli Appalachi, il luogo per eccellenza dell’America più povera e più lontana dalle mitologie patinate. E, non per niente, Poe aveva suggerito che il banale nome di “Stati Uniti” fosse sostituito da quello di “Appalachia”. Così, le storie raccontate nelle canzoni che compongono Nebraska si mescolano a nuove storie, e perfino con il vissuto dello scrittore, anche sconvolgendole, a volte, dipingendo un nuovo quadro. Da decifrare.
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  7. Christian Verzeletti

    Tennessee Jones: Liberami dal nulla
    di Christian Verzeletti, Mescalina

    “Liberami dal nulla” è la prima uscita della Quarup, piccola casa editrice indipendente che ha preso nome da un romanzo di Antônio Callado e soprattutto da un antico rito amazzonico secondo cui i saggi abitanti dello Xingu riconoscevano in ogni anima un frammento della “divinità astratta totale”.
    Il testo è anche l’esordio letterario della americana Tennessee Jones e si compone di una decina di racconti ispirati da “Nebraska” di Bruce Springsteen.
    Anche la Jones lavora sui frammenti che si nascondono dentro e sotto la realtà, offrendo spaccati di un’America emarginata e desolata, la stessa cantata da Springsteen in quello che è il suo disco folk più riuscito.
    Non si pensi all’ennesima operazione da fan o ad una rielaborazione che prende a pretesto il disco di un musicista famoso. Questa scrittrice poco più che ventenne ha il merito di avere uno sguardo sincero, sviluppato nella scena newyorchese con posizioni alternative alla politica sociale e culturale imperante: un percorso del genere l’ha portata ad una scrittura scarna e cruda, che collima con alcune immagini di Springsteen.
    Per quanto facilitata, la Jones non si limita a riprendere le storie cantate in “Nebraska”, ma le fa sue concretizzandone il contesto spettrale. In questo senso è emblematica l’immagine di copertina con la pioggia che sbatte sul parabrezza dell’auto rendendo la visuale ancora più cupa e grigia di quanto già fosse nella cover del disco.
    I personaggi prendono corpo in modo impietoso vagando come spettri in quella New Depression che da ormai vent’anni attanaglia le parti più basse dell’America. La Jones non concede alle loro esistenze alcun senso romantico e così facendo non solo le rende tremendamente reali, ma anche indipendenti dalle canzoni di Springsteen: il rischio di un omaggio a “Nebraska” è distante al punto che il suo ascolto non è strettamente necessario.
    La maggiore intuizione della Jones sta nel far sovrastare ogni racconto da una grandezza abnorme, fatta di vuoto e di disperazione: un cielo troppo vasto, un oceano in attesa di una coppia suicida, una fabbrica che sta per chiudere, una montagna che tormenta i ricordi di due fratelli e così via fino a creare un senso di incombenza che non lascia scampo ai protagonisti. La morte si annida ovunque e gli stessi sogni sono tramutati in ossessioni che spingono a varcare un confine, un baratro, che è l’esatto opposto della terra promessa dal sogno americano.
    Alle piaghe che Springsteen aveva già indicato se ne aggiungono così altre come l’omosessualità che tormenta il protagonista de “La casa di mio padre”.
    Da notare che la Quarup ha inserito “Liberami dal nulla” in una collana denominata “Badlands”: quando si dice che i frammenti collimano e creano un unico quadro.
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  8. Daniele Orlandi

    Una commedia umana di una realtà priva di sogni
    di Daniele Orlandi, La Voce d’Italia, 6 dicembre 2006

  9. Redazione

    Liberami dal nulla: un libro racconta gli eroi quotidiani cantati dal Boss
    di Redazione, Il Secolo XIX

  10. Francesca Caminoli

    Sulle strade d’America
    di Francesca Caminoli, Il Grande Vetro

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