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Una idea di letteratura
Sam Brumbaugh Addio, bellavita

di Christian Verzeletti, Mescalina

La seconda uscita della collana Badlands per la Quarup Editrice è “Addio, bellavita”, altro esordio di uno scrittore americano dopo l’ottima prova di Tennesse Jones con “Liberami dal nulla”.
Sam Brumbaugh è un giovane autore di Washington che ha bazzicato nel mondo della musica andando in tour con Pavement, Cat Power, Mogwai; ha inoltre prodotto speciali televisivi tra cui anche un documentario su Townes Van Zandt.
In “Addio, bellavita” riversa l’esperienza e la frustrazione che gli derivano da un ambiente sempre più claustrofobico e perverso: il protagonista, Hayward Theiss, è un autore televisivo alla ricerca di talenti del rock che finisce per perdersi in una concatenazione di eventi allucinati.
Quello che Brumbaugh rappresenta è un mondo ossessionato, alla disperata ricerca di un’affermazione e di un’identità che sembrano irraggiungibili: storie e personaggi si risucchiano a vicenda tra sogni infranti, amori sprecati, alcolici, sniffate e manie di protagonismo.
L’unico punto di riferimento del protagonista è la figura di Annie Oakley, la cui storia sta sotto a tutto il romanzo come metafora dell’intera società americana: la vicenda di questa cowgirl, vissuta tra la seconda metà del 1800 e l’inizio del 1900, è emblema di un’umanità che diventa vittima del proprio successo fino all’incapacità di distinguere tra reale e immaginario, tra vita vera e illusione.
Oltre a Theiss ci sono nel testo altre figure che si rincorrono in un vortice senza scampo: una rock-star frustrata e complessata, una donna perduta nei meandri di una malattia psichica, un manager iperattivo che decede per overdose e così via in un intreccio che scivola sempre più verso il fondo.
La scrittura di Brumbauch difetta di una forza narrativa che altri hanno dimostrato in romanzi simili (uno su tutti Bret Easton Ellis), ma bisogna comunque riconoscerle uno sguardo che mira a riflettere il disorientamento dell’America di fronte alla perdita dei propri sogni. Il romanzo infatti ruota attorno alla domanda che tutti i personaggi in un modo o nell’altro si pongono: “Ma cosa è successo? Cosa è successo veramente?”.
Non a caso la narrazione si svolge partendo dal risveglio del protagonista, sanguinante e privo di coscienza, in una villetta abbandonata: il suo e quello dell’autore è un tentativo di ricostruire l’accaduto senza averne la reale comprensione.

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